Civita di Bagnoregio: la città che rischia di scomparire

Civita è la frazione del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel Lazio, inserita nell’elenco dei borghi più belli d’Italia.

Veduta di Civita di Bagnoregio
Veduta di Civita di Bagnoregio

Civita di Bagnoregio ha una storia antichissima, risalente a circa 2500 anni fa, fondata dagli Etruschi lungo una delle più importanti vie di comunicazione fra i Tevere e il lago di Bolsena. Dopo il periodo romano, il borgo passò in mano ai Longobardi e poi sotto il potere del Papato, secondo il volere di Carlo Magno. Nel Medioevo Civita venne occupata da Enrico IV, figlio del normanno Federico Barbarossa, che però puntava sull’acquisizione di Orvieto.

Nei secoli successivi gli abitanti del borgo insorsero contro la casata dei Monaldeschi che imponeva loro regole amministrative ed economiche restrittive. Dopo violente ribellioni, ottennero l’indipendenza, la quale durò fino all’istituzione della Congregazione del Buon Governo, dove ogni attività comunale era soggetta al controllo della Chiesa.

Abitazioni di Civita di Bagnoregio
Abitazioni di Civita di Bagnoregio

A seguito del drammatico terremoto avvenuto nel 1695, Civita iniziò a spopolarsi ed i successivi sismi contribuirono al completo isolamento del borgo. Già nel periodo Etrusco, infatti, la particolare geologia del territorio ha causato cambiamenti radicali che tutt’oggi incidono sulla morfologia dello stesso.

Lo sperone roccioso su cui venne costruito il borgo è di natura tufacea, una pietra particolarmente “morbida” e lo stesso poggia su un substrato argilloso, soggetto all’erosione naturale degli agenti atmosferici. Difatti, la vallata circostante è costellata da quelli che prendono il nome di calanchi. Questo fenomeno geomorfologico è caratterizzato da solchi nel terreno argilloso causati dal defluire delle acque che, di volta in volta, portano via porzioni di materiale.

Esempio di Calanchi a Civita di Bagnoregio
Esempio di Calanchi a Civita di Bganoregio, fonte https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Calanchi_di_atri.JPG

La precarietà di questo territorio ha spinto le popolazioni, sin dal tempo degli Etruschi, a trovare delle soluzioni a tale fenomeno, ma nella maggior parte dei casi si sono rivelate temporanee. Purtroppo, il lento e continuo movimento della vallata ha causato nel corso del tempo diverse frane, che inevitabilmente hanno portato al mutamento dello sperone su cui poggia l’intero borgo.

La Chiesa di San Donato a Civita di Bagnoregio
La Chiesa di San Donato a Civita di Bagnoregio

Tuttavia, la decina di abitanti coraggiosi e tenacemente legati all’amore per la propria terra natia, restano a custodire il paesino e a prendersene cura costantemente. In questo modo Civita si presenta ai numerosi turisti come un borgo dalle fattezze ancora in prevalenza medievali, al quale si può accedere attraverso l’alto e lungo ponte in cemento che lo collega all’entroterra, da percorrere esclusivamente a piedi (tranne per rare eccezioni). Terminato il tragitto, la grande Porta di Santa Maria permette di addentrarsi tra i vicoli del paese, grazie ai quali si possono ammirare le abitazioni in pietra rossastra, la Chiesa di San Donato, il Palazzo Vescovile, la casa natale di San Bonaventura e la grotta a lui dedicata.

La Porta di Santa Maria che permette l'accesso al borgo di Civita di Bagnoregio
La Porta di Santa Maria che permette l’accesso al borgo di Civita di Bagnoregio

Purtroppo, a causa della sua natura e del suo infausto destino, Civita di Bagnoregio è stata tristemente soprannominata “La città che muore”.

 Volando su Civita di Bagnoregio grazie a questo video di Visitlazio.com: