I trulli di Alberobello: le tipiche abitazioni pugliesi della Valle d’Itria

Immersi tra le lunghe distese dei campi coltivati, isolati sotto un grande albero dalla folta chioma o realizzati in piccole corti nei centri abitati, i trulli rappresentano la tipica architettura contadina di vaste aree della Puglia.

Trulli di Alberobello, Foto di David Mark da Pixabay
Trulli di Alberobello, Foto di David Mark da Pixabay

Sebbene l’intero territorio pugliese presenti differenti tipologie abitative, relative al luogo in cui esse si trovano ed al nome che assumono nelle diverse zone (ad esempio “pajare” o “furnieddhri” in Salento), la maggior concentrazione si riscontra in Valle d’Itria, in particolar modo nella città di Alberobello, in provincia di Bari.

Si tratta di tradizionali abitazioni costruite interamente “a secco“, ovvero senza l’utilizzo di malte o altri collanti, incastrando sapientemente pietre di diverse forme e dimensioni, che terminano con lastre di copertura.

La struttura

I materiali utilizzati non provenivano da cave limitrofe, bensì si trattava di una pratica antica in cui le popolazioni riutilizzavano il prodotto di scarto ottenuto a seguito degli scavi per la realizzazione di cisterne ipogee oppure dagli accumuli rocciosi sparsi nelle campagne circostanti. Questo “spietramento” o bonifica dei campi, permetteva ai contadini di avere un duplice vantaggio: la pulizia delle terre predisposte alla coltivazione e la possibilità di usufruire di un rifugio per l’intera stagione lavorativa.

Dal punto di vista strutturale, i trulli presentano un’architettura conica a base quadrangolare o circolare, con un unico ingresso da cui si accedeva alla camera (negli esempi più semplici) o alle camere (negli esempi più articolati), spesso senza finestre o con piccole aperture per il passaggio della luce.

Sezione di un trullo
Sezione di un trullo, fonte alberobello.com

La struttura di base poggiava direttamente sulla terra battuta oppure su uno scavo ipogeo che aveva la funzione di cisterna. La copertura conica era realizzata sovrapponendo cerchi concentrici di pietre che andavano man mano a restringersi verso il vertice, al centro del quale veniva posto un masso a chiusura che ne faceva da chiave di volta. L’esterno di questa pseudo-cupola veniva ricoperto da lastre di pietra scura, incastrate tra loro da pietrisco di risulta. Infine, sul vertice, era posto un pinnacolo, ovvero un elemento decorativo che identificava la famiglia o un simbolo caratterizzante.

Pinnacoli dei trulli
Pinnacoli dei trulli di Alberobello, fonte masseriaferrari.it

I simboli sui trulli

Lo stesso scopo avevano i frequenti simboli dipinti in bianco di calce sulla superficie del cono, i quali raffiguravano la schematizzazione di soggetti pagani, cristiani e magici. Si tratta di simboli apotropaici e propiziatori, alcuni di origine primitiva non ancora pienamente interpretati, che spesso suscitano la curiosità e la più fervida immaginazione. Le arcaiche superstizioni influenzavano la quotidianità degli abitanti di Alberobello che, in questo modo, chiedevano la difesa dalle forze maligne e la benevolenza delle divinità protettrici. Egualmente introdussero la simbologia cristiana con l’avvento del Cattolicesimo, con rappresentazioni schematiche di Cristo, della Madonna o riconducibili ad essi.

Simboli sui tetti dei trulli, foto ©Konstantin Kalishko, fonte EasyViaggio.com
Simboli sui tetti dei trulli, foto ©Konstantin Kalishko, fonte EasyViaggio.com

 

Simboli sui trulli di Alberobello
Simboli sui trulli di Alberobello

Storia dei trulli

L’evoluzione delle tecniche di costruzione e la sapienza dei maestri trullari hanno dato vita a costruzioni sempre più complesse. Ne sono un esempio i cosiddetti “Trulli siamesi“, ovvero due trulli  fusi assieme, caratterizzati da due tetti conici; il “Trullo Sovrano“, il più grande esistente, l’unico esempio sviluppato su due piani; oppure ancora la Chiesa di Sant’Antonio, l’unica chiesa realizzata a forma di trullo, con scalinata d’ingresso, rosone sulla facciata, pianta a croce greca, cappelle laterali ed un campanile.

Trulli siamesi_Alberobello
Trulli siamesi di Alberobello, foto by Marcok, fonte WikiMedia
Trullo sovrano_Alberobello
Trullo sovrano_Alberobello, foto by Sailko, fonte WikiMedia
Chiesa_a_Trullo
Chiesa_a_Trullo, foto by Carlo Pelagalli – Panoramio, on WikiMedia

Sebbene questa tipologia abitativa sia presente in buona parte della Puglia, è proprio ad Alberobello che si trova il maggior numero di esempi disposti in piccoli e grandi agglomerati, i quali hanno formato il centro storico della città.

I primissimi insediamenti rurali sorsero già attorno all’anno Mille, ma si trattava principalmente di contadini provenienti dai villaggi limitrofi. Complice della scelta di utilizzo di questa tipologia costruttiva, anche la riluttanza del popolo di versare le imposte che il Re di Napoli esigeva sui villaggi, che in questo modo potevano facilmente smantellare nottetempo l’abitazione e ricostruirla in altri luoghi.

Successivamente divennero veri e propri borghi, i quali costituirono i nuclei dell’arcaico centro abitato di Alberobello, soprannominati Aja Piccola e MontiIl paesello crebbe a tal punto da contare circa 3.500 abitanti e nel 1797 ottenne il titolo di “Città Reale” dal Re Ferdinando IV di Borbone. Inoltre, è a questo periodo che risale la prima abitazione costruita a calce, come le architetture contemporanee, chiamata “La casa d’Amore“, che diede il via a quello che poi sarebbe diventato l’agglomerato moderno.

Casa d'Amore_Alberobello
Casa d’Amore_Alberobello, foto by Istvánka, fonte WikiMedia

Patrimonio dell’Umanità

Ad oggi il suo centro antico accoglie numerosissimi visitatori nazionali ed internazionali, curiosi di scoprire questa meraviglia pugliese unica nel suo genere. L’importanza identitaria di questo luogo, la sua originalità ed il valore storico-artistico di queste architetture, sono valse il titolo di Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 1996.

In volo sui trulli di Alberobello: