Il Giardino di Ninfa: un luogo incantato a Cisterna di Latina (Lazio)

Il Giardino di Ninfa è un angolo di circa 8 ettari, circondato da una lussureggiante vegetazione, composto da diverse specie arboree e floreali, che abbracciano gli antichi ruderi del borgo medievale di Ninfa, da cui prende il nome.

Giardino di Ninfa - ponte di pietra _ (c)Marzia Giacobbe by Turismo.it
Giardino di Ninfa – ponte di pietra _ (c)Marzia Giacobbe by Turismo.it

Nel 2019, il New York Times ha eletto questo luogo “il giardino più bello e romantico del Mondo”, eppure in Italia in pochi conoscono questo meraviglioso parco ed i monumenti ad esso collegati. Quello che dal 2000 è stato dichiarato “Monumento naturale della Regione Lazio”, situato nel comune di Cisterna di Latina (LT), ha una storia che tocca diversi periodi storici, sin dall’epoca romana.

Il suo toponimo “Ninfa” si deve a due caratteristiche del luogo: la presenza di un tempietto classico dedicato alle Ninfe Naiadi (divinità delle acque sorgive) ed al fiume omonimo che attraversa il parco.

Le prime testimonianze storiche risalgono all’ VIII secolo, quando l’imperatore bizantino Costantino V Copronimo diede in dono questo appezzamento di terreno a Papa Zaccaria per aver intercesso con il longobardo Re Liutprando. Trovandosi sul percorso della Via Pedemontana, al centro dei traffici che evitavano le paludi attorno alla Via Appia ed alla Via Severiana, il piccolo borgo conobbe un netto miglioramento economico. Questa fase agiata determinò l’ampliamento del centro abitato, con numerose case, chiese e diverse ricostruzioni.

Giardino di Ninfa - fiume tra i ruderi, licenza CC, by (c)Mentnafunangann
Giardino di Ninfa – fiume tra i ruderi, licenza CC, by (c)Mentnafunangann

Dopo svariati passaggi di proprietà, prima ai conti di Tuscolo (X-XI secolo), poi al potere pontificio di Papa Pasquale II (XII secolo) ed infine alla famiglia dei Frangipane (1159), nel 1171 venne saccheggiato da Federico Barbarossa che si opponeva all’elezione di Papa Alessandro III, avvenuta proprio nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Ninfa, risalente al X secolo, di cui oggi resta solo il rudere dell’abside con una porzione d’affreschi.

Giardino di Ninfa - ruderi della Chiesa di Santa Maria Maggiore, licenza CC, by (c)Mentnafunangann
Giardino di Ninfa – ruderi della Chiesa di Santa Maria Maggiore, licenza CC, by (c)Mentnafunangann

Nel 1297 il nobile Pietro Caetani acquistò i terreni di Ninfa e, a seguito di diverse vicissitudini che toccarono il lungo periodo che intercorre dal Medioevo ai primi del ‘900, solo nel 1921 Gelasio Caetani dei duchi di Sermoneta, diede inizio ai lavori di ristrutturazione dell’odierno Giardino di Ninfa.

I restauri interessarono in particolare le costruzioni già presenti, come la torre ed il castello che un tempo ospitava le prigioni, il municipio divenuto la residenza ducale estiva, alcuni dei ruderi tutt’attorno al fiume Ninfa e la bonifica di buona parte delle paludi.

Giardino di Ninfa - castello e torre, licenza CC, by (c)Livioandronico2013
Giardino di Ninfa – castello e torre, licenza CC, by (c)Livioandronico2013

 

Giardino di Ninfa - municipio, licenza CC, by (c)Mentnafunangann
Giardino di Ninfa – municipio, licenza CC, by (c)Mentnafunangann

Sua madre Ada Wibraham diede un grande contributo alla creazione del giardino circostante, introducendo diverse specie vegetali esotiche, importate a seguito dei suoi viaggi all’estero, che tutt’ora ben convivono con la flora locale.

L’amore per quest’angolo di paradiso in terra passò al fratello Roffredo Caetani che lo curò fino alla sua morte (1961), ma soprattutto alla moglie Marguerita Chapin e alla figlia Lelia. Queste nobili donne attribuirono al Giardino di Ninfa un aspetto “all’inglese”, ovvero fecero crescere la vegetazione in maniera romantica, fuori dagli schemi e dai rigori geometrici tipici dei giardini “all’italiana” o “alla francese”.

Ninfa riconobbe il suo momento di massimo splendore grazie anche alle frequentazioni di personalità di rilievo come il poeta Gabriele d’Annunzio, lo scrittore Boris Pasternak ed il politico Benito Mussolini.

Nel 1976 un’ampia area del parco venne affidata alla protezione del WWF, affinché salvaguardasse la biodiversità qui ricreata e il delicato habitat del luogo, la fragile fauna di circa 100 uccelli censiti e la flora di circa 1300 esemplari.

Giardino di Ninfa - fiume e vegetazione, licenza CC, by (c)Mentnafunangann
Giardino di Ninfa – fiume e vegetazione, licenza CC, by (c)Mentnafunangann

L’ultima proprietaria di Ninfa fu Lelia Caetani, scomparsa nel 1977. La sua lungimiranza, il suo animo sensibile ed il forte legame con questo luogo, le diedero l’impulso di creare la “Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta” che tutt’ora gestisce l’intero sito naturale.

Il loro impegno si estende oltre le mura del Giardino di Ninfa, fino a toccare il paesaggio palustre del Parco Pantanelle con le sue Paludi Pontine, il Complesso Monumentale di Tor Tre Ponti con l’archivio e la biblioteca dei Caetani ed il Castello ducale presso la vicina Sermoneta.

Castello di Sermoneta
Castello di Sermoneta – copyright

Al fine di salvaguardarne la conservazione, il parco di Ninfa non permette lunghi periodi d’apertura, ma solo determinate giornate nel corso dell’anno, sopratutto durante le stagioni più miti, da marzo a ottobre, previa prenotazione obbligatoria.