La città di Petra ed il suo Tesoro

La Giordania è una terra millenaria, la culla della storia dell’Umanità, con territori che spaziano dalle grandi città ai deserti dalle svariate tonalità di colori caldi. Certamente questo Paese ha molto da offrire, soprattutto in ambito culturale, con i numerosi siti archeologici e dal punto di vista naturalistico con la bellezza dei suoi paesaggi.

Nell’immaginario comune, però, è quasi immediato associare la Giordania al suo simbolo più conosciuto: la città di Petra.

Questa è posta a circa 250 km a Sud della capitale Amman, scavata in un bacino tra i monti, a cui si accede tramite una fenditura larga pochi metri e lunga 1.5 km, denominata Siq, che inizialmente nasconde la visione dell’imponente edificio d’ingresso, per poi addentrarsi e permettere di visitare l’intero sito.

Il Siq di Petra, fonte http://www.travelfar.it/guida-di-petra-in-giordania/


La sua storia ebbe inizio attorno al VI secolo a.C. con lo stanziamento del popolo commerciante dei Nabatei, i quali offrivano ospitalità alle carovane di beduini durante i loro spostamenti verso Nord. Per ordine di Traiano, dopo la morte dell’ultimo Re nabateo, nel 106, il loro regno venne annesso ai possedimenti romani, il cui dominio era già arrivato alle città limitrofe, con a capo il governatore Cornelio Palma. Successivamente, con la riorganizzazione dell’impero voluta da Diocleziano, Petra divenne la capitale di una delle tre provincie di Palestina. Durante il periodo bizantino, il culto del cristianesimo giunse a Petra, dove furono costruite chiese ed introdotto l’uso delle croci graffite ad identificare le sepolture. Dopo ben due terremoti devastanti, di cui l’ultimo nel 551, per la città iniziò un periodo di declino, che la portò inevitabilmente a sopperire. Passati diversi secoli, di Petra si ebbero notizie attorno al 1183, quando, nella battaglia contro Saladino, la città era ancora in mano ai Crociati. Dopodiché seguirono altrettanti periodi bui, nei quali le cronache dimenticarono la città di Petra, per poi tornare alla ribalta solo nel 1812 con l’esploratore svizzero Johann Ludwing Burckhardt. Questo personaggio, fingendosi un pellegrino, riuscì ad accedere all’area con i resti della città, riportando nero su bianco tutto ciò che aveva visto durante il suo viaggio e risollevò l’attenzione su questo luogo che si credeva ormai perduto. Dalla prima metà dell’800 iniziarono le prime campagne di scavo, di cui alcune ancora in corso, le quali portarono alla scoperta di altre porzioni dell’insediamento, nonché dei mosaici datati al periodo bizantino e dell’area romana.

Al Khazna (Tesoro), fonte https://theculturetrip.com/middle-east/jordan/articles/a-brief-history-of-petra-jordan/

Dal 1985 fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO ed è considerata una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno, dopo le canoniche del Mondo Antico. Il simbolo che più di frequente identifica la città è certamente Al Khazna, ovvero il “Tesoro del Faraone”, nome attribuito dai beduini per la magnificenza di questo tempio interamente scavato nella roccia, dal caratteristico colore dell’arenaria rosa. Si è molto combattuto sull’uso di questo edificio, se si trattasse di un tempio o di un monumento funerario, ma, grazie alle ultime scoperte, si propende verso quest’ultima ipotesi. L’imponente facciata, alta 40metri e larga 28, si compone di due ordini, di cui quello inferiore scandito da un totale di sei colonne sovrastate da un con timpano e quello superiore scandito da una finta urna centrale, dentro cui, secondo la leggenda, si nasconde l’enorme tesoro del defunto faraone.

Tombe Reali, fonte http://www.travelfar.it/guida-di-petra-in-giordania/

Il sito è estremamente vasto, con una diversità di monumenti e circa 500 tombe sparse in tutta l’area, anche di epoche distanti nel tempo, tanto da ripercorrere la storia della Nazione in un solo luogo. Dal Tesoro, percorrendo la strada lastricata di epoca romana, si giunge al teatro che poteva ospitare fino a 8000 spettatori. Proseguendo si arriva alla maestosa Tomba dell’Urna, tra le diverse Tombe Reali presenti attorno, dopodiché, percorrendo la Via Colonnata, del periodo romano, si giunge all’Arco di Traiano.

Teatro di Petra, fonte https://maestroonlinetravelegypt.wordpress.com/tag/visitare-petra/

Sul lato Ovest, rispetto all’entrata del sito, si sale sull’Altura del Sacrificio, luogo in cui i nabatei svolgevano riti in onore degli Dèi, utilizzando un altare dotato di solchi che canalizzavano il sangue delle bestie sacrificali affinché defluisse, con accanto delle vasche in cui lavarsi e purificarsi. Sul lato Est, invece, si trova la cosiddetta Chiesa di Petra, ovvero un edificio di origine nabatea rimaneggiato dai bizantini, in cui sono state ritrovate porzioni del mosaico pavimentale con figure simboliche e sacre.

Mosaico della Chiesa di Petra, fonte https://www.ladyegypt.com/jordan-tours/things-to-to-jordan/byzantine-church

Spostandosi nel punto più a Nord si trova un altro edificio monumentale scavato nella roccia, molto simile al Tesoro, ma più grande, chiamato El-Deir, ovvero il Monastero. Questo edificio ha un’altezza di 45metri ed una larghezza di 50, anch’esso rimaneggiato dai bizantini ed utilizzato come luogo di culto, anche per via delle numerose croci graffite ritrovate sulle pareti interne.

Monastero di Petra, fonte https://commons.wikimedia.org/wiki/File:The_Monastery,_Petra,_Jordan8.jpg

Nell’immaginario popolare Petra viene erroneamente identificata solo con il monumentale Tesoro, ma la vastità del sito permette di fare un salto temporale molto ampio, spaziando tra le diverse epoche di cui la città è stata protagonista.