Parco Güell: il colorato mondo di Gaudí a Barcellona

Il Parco Güell è un’area pubblica di circa 17 ettari voluta dall’impresario Eusebi Güell, realizzato dall’estroso e geniale architetto Antoni Gaudí ed inaugurato nel 1924.

Venduta del Parco Güell
Veduta del Parco Güell

Quello che oggi è il Parco Güell, inizialmente doveva essere parte integrante di un progetto residenziale più ampio. Questo doveva occupare l’intero pendio della Muntanya Pelada, un’area alle spalle del centro di Barcellona. L’idea prevedeva la realizzazione di un sobborgo che unisse la tranquilla vita di campagna ai servizi offerti dalla vita cittadina, secondo l’ideale della città-giardino. Il progetto contava 60 lotti destinati ad altrettante abitazioni, dotate di aree verdi, di scuole, di una chiesa e appunto del parco.

Scalinata d'ingresso al Parco
Scalinata d’ingresso, fonte http://cibercom.es/espana-el-parque-guell-el-lugar-mas-fotografiado-de-instagram/

Purtroppo l’idea risultò fallimentare, in quanto considerata troppo estrosa e futuristica, persino utopica per l’epoca. A questo punto Gaudí ridimensionò il suo piano di lavoro, costruendo solo tre abitazioni, di cui una destinata alla residenza della sua famiglia.

Al termine dei lavori, il parco cominciò a suscitare la curiosità di molti, più di quanto Güell e Gaudí avessero sperato. Difatti, di lì a poco divenne un luogo di svago, il palcoscenico per eventi sportivi e culturali, aree di ritrovo di famiglie e turisti, nei giorni festivi e non solo.

Le sue architetture non contrastano con la Natura circostante, bensì si integrano armoniosamente grazie alle forme stesse di ogni aggiunta artificiale. Queste richiamano l’andamento serpentino degli elementi naturali, tondeggiante, senza spigolature e dai colori vivaci dati dalle ceramiche e dai mosaici realizzati con tessere di maioliche. La combinazione dei diversi materiali, dalle differenti superfici, degli elementi plastici applicati e dal ritmo ondulato delle architetture, rendono vivo tutto l’allestimento, come se si potesse muovere al pari della vegetazione circostante, anch’essa voluta e personalmente scelta da Gaudí.

Seduta serpentiforme del Parco Güell
Seduta serpentiforme del Parco Güell

Egli, pur apprezzando il mondo classico, taglia il cordone ombelicale che storicamente legava gli architetti all’arte antica e ne rielabora i dogmi in chiave ludica, quasi superficiale ed effimera, ma dal forte impatto visivo. Basti pensare alle architetture multiformi qui realizzate e di come queste siano in simbiosi con il paesaggio tutt’attorno.

Abitazione posta all'ingresso del Parco Güell
Abitazione posta all’ingresso del Parco Güell

Ad esempio, le abitazioni poste all’ingresso del parco, hanno una muratura realizzata con tasselli marroni, che in lontananza appare color biscotto e sormontate da un tetto in prevalenza bianco dove si alternano curve concave e convesse. Accanto svetta una torretta alta circa 10 metri decorata da maioliche bianche e blu che, come una spirale, si staglia su tutto il parco.

Veduta di Parco Güell
Veduta di Parco Güell

Subito di fronte, Gaudí sfrutta la differenza di livello del declivio naturale per realizzare una grande terrazza dalla quale osservare l’intero parco e il centro di Barcellona, fino al mare , chiamata Plaza de la Naturaleza. Questa ricopre una superficie ovale di 86 metri di lunghezza e 43 metri di larghezza, il cui parapetto serpentiforme si trasforma in sedute dai colori sfavillanti dati dalle maioliche, permettendo ai visitatori di godere del panorama e di assistere agli eventi qui organizzati.

Plaza de la Naturaleza
Plaza de la Naturaleza, fonte https://passion-searcher.com/2014/04/02/everything-old-is-new-again-parc-guell/

L’intera struttura regge grazie alle 86 colonne doriche che compongono la sala ipogea alla base, tanto fitte da dare l’impressione di essere circondati da una selva di alberi secolari, così come furono pensate da Gaudí.

Sala ipogea con il colonnato dorico
Sala ipogea con il colonnato dorico

Dopo la morte di Güell e in seguito al trasferimento dello stesso Gaudí, i suoi eredi decisero di cedere il parco al comune di Barcellona, affinché diventasse di proprietà pubblica. Da quel giorno la fama di questo luogo magico e pieno di colori crebbe a dismisura, tanto da ottenere l’inserimento nei beni patrimonio dell’UNESCO nel 1984.