Perché viaggiare? Ecco qualche buon motivo!

L’uomo è per natura curioso, pronto a scoprire ciò che lo circonda, partendo da brevi distanze per arrivare ai confini del mondo. Al tempo stesso è anche un “animale sociale”, come sosteneva il filosofo greco Aristotele, per questo ha bisogno di interagire con altri individui, di confrontarsi e condividere le proprie emozioni. È bene concentrarsi proprio sul concetto di “confronto”, perché solo ponendosi davanti a realtà, culture, tradizioni, luoghi e personalità differenti dalle proprie si riesce ad aprire la mente verso l’altro e contemporaneamente verso sé stessi. Questo perché certe esperienze permettono di cambiare punto di vista, aiutandoci a costruire i mezzi per affrontare e comprendere ciò che è diverso da noi, dalle nostre conoscenze pregresse, senza essere influenzati dai preconcetti che, grazie alle nuove prospettive con le quali ci approcciamo al mondo, verranno così rimossi. L’essere umano riesce ad assorbire tutto ciò che un nuovo contesto ha da offrire, proprio come una spugna, e questo permette di sviluppare un alto spirito d’adattamento, da utilizzare anche nella vita di tutti i giorni, imparando a scongiurare momenti di sconforto ed inadeguatezza. Si svilupperà un elevato istinto di sopravvivenza, tanto utile in luoghi sconosciuti quanto tra i confini della propria città. In questo modo ci si renderà automaticamente conto di saper affrontare i piccoli o grandi problemi della vita, consci di avere nuove armi in nostro possesso.

Il processo di arricchimento permetterà di sentirsi migliori, avendo un bagaglio sempre pronto ad accogliere nuove nozioni, sia che si riferiscano al luogo appena visitato sia a noi stessi, alle nostre reazioni in determinati contesti ed alle soluzioni attuate che prima d’allora si ignoravano. Solo così si avvertirà quel senso di cambiamento interiore scaturito dall’apertura mentale, che permetterà di vedere con occhi diversi il mondo che ci circonda.

Bisognerebbe risvegliare quella curiosità che tanto contraddistingue i bambini, quella voglia inesauribile di conoscere ciò che è diverso dalla quotidianità, dalle nostre abitudini, ciò che è nuovo ai nostri occhi, dai nostri standard, che è lì pronto per essere scoperto ed esplorato. I bambini sono assetati, sono come dei recipienti vuoti, pronti ad accogliere più informazioni possibili, non hanno paura nel porre e porsi domande per arricchire le proprie conoscenze e non hanno filtri che possano influenzare le loro opinioni su ciò che ignorano.

L’età, la provenienza, la condizione sociale, non dovrebbero frenare la nostra sete di conoscenza, perché, dopotutto, come diceva Sant’Agostino: “Il mondo è un libro e chi non viaggia legge solo una pagina.”.

Perché: “Viaggiare è camminare verso l’orizzonte, incontrare l’altro, conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino.”, Luis Sepulveda.