Nei dolci paesaggi collinari delle Langhe, vasta area del basso Piemonte, caratterizzati da infinite distese di ordinati vigneti, fiammeggia la variopinta Cappella della Madonna delle Grazie, oggi nota come Cappella del Barolo.
Ci troviamo nel vigneto Brunate, nel borgo di La Morra, in provincia di Cuneo, presso i terreni della famiglia Ceretto, che nel 1970 decise di acquistare la proprietà e di darle una nuova vita.
Immersa tra le colline piemontesi, nelle sterminate piantagioni delle Langhe, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 2014, si erge quella che è stata definita “La Cappella più colorata del Mondo“. Dalle fattezze minimaliste e geometriche, la Cappella del Barolo si presenta con l’intero fabbricato decorato da campiture rosse, gialle, blu e verdi, ben visibili dall’intera vallata.
Un edificio bizzarro costruito nel 1914 come riparo dalle intemperie per i contadini della zona e di fatto mai consacrata. Dopo diversi anni di abbandono, nel 1999 venne totalmente restaurata in chiave contemporanea da due artisti di fama internazionale: David Tremlett che si occupò degli interni e Sol LeWih che invece si concentrò sugli esterni. Tale fu la fama ottenuta, che i due artisti tornarono altre due volte nelle langhe.
La Chiesetta di Coazzolo (AT)
La prima in occasione della ristrutturazione della Chiesetta sconsacrata della Beata Maria Vergine del Carmine nel comune di Coazzolo, in provincia di Asti, nei territori del Moscato. Dai toni più sobri rispetto a quella del Barolo, presenta ampie campiture gialle, terra di Siena, grigio e verde oliva, terminata nel 2017.
La Cappella del Relais San Maurizio a Santo Stefano Belbo (CN)
La seconda è la Cappella del “Relais San Maurizio“, una dimora di lusso presso Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, ricavata in un antico monastero cistercense del 1600 circa. La sua cappella, anch’essa sconsacrata, ha mantenuto l’antica volta barocca e la pavimentazione originaria, mentre le pareti sono divenute le tele dove Tremett ha dato vita a forme geometriche dai toni caldi che ben si amalgamano con l’ambiente circostante, inaugurato come sala espositiva nel 2019.
La Cappella del Barolo fu così dedicata al prezioso nettare qui prodotto, che è ormai divenuto uno dei simboli caratterizzanti dell’enogastronomia piemontese, conosciuto in tutto il Mondo.
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