Nelle profondità di Orvieto: il pozzo di San Patrizio

Legato alla leggenda irlandese del “Pozzo di San Patrizio” o “Purgatorio di San Patrizio”, quello di Orvieto in Umbria aveva la funzione di fornire uno stoccaggio d’acqua a Papa Clemente VII ed alla cittadinanza.

Oggi, invece, ha acquisito quell’atmosfera mistica di rinascita dagli Inferi propria di queste cavità così profonde e dal gioco di luci ed ombre che si vanno a creare nei suoi anfratti.

Pozzo di San Patrizio_Orvieto, foto by https://www.sistemamuseo.it/ita/2/musei/31/orvieto-umbria-pozzo-di-san-patrizio/
Pozzo di San Patrizio_Orvieto, foto by https://www.sistemamuseo.it/ita/2/musei/31/orvieto-umbria-pozzo-di-san-patrizio/

Secondo la leggenda, ambientata nell’isola del Donegal in Irlanda, San Patrizio venne guidato da Cristo verso una grotta molto profonda dove i fedeli potessero vedere con i loro occhi i supplizi e le sofferenze che i peccatori subivano a seguito dei loro peccati, così da indurli alla remissione degli stessi. La somiglianza con quell’ambiente diede involontariamente lo stesso nome a questo capolavoro di ingegneria rinascimentale che, invece, aveva tutt’altro scopo.

Durante il Sacco di Roma del 1527, Papa Clemente VII si rifugiò ad Orvieto per sfuggire alla violenza che videro protagonista la Capitale. Qui decise di far realizzare una struttura che potesse garantire l’approvvigionamento idrico a tutta la popolazione ed essere una riserva costante in caso di assedio.

I lavori iniziarono lo stesso anno con il progetto di Antonio da Sangallo il Giovane e terminarono nel 1537, durante il papato di Paolo III Farnese, il successore del Papa fautore dell’opera. La sua posizione, con la bocca d’ingresso nella parte alta della rupe, permette di avere uno spettacolare colpo d’occhio su tutta la vallata ed il suo panorama circostante, facilmente raggiungibile con la comoda funicolare.

Esterno pozzo di San Patrizio - Orvieto, foto by (c) Luca Galli on Flickr
Esterno pozzo di San Patrizio – Orvieto, foto by (c) Luca Galli on Flickr

La struttura ha una profondità di 54 metri ed uno sviluppo cilindrico con base circolare di ben 13 metri di diametro. Il genio ingegneristico ideato dal Giovane Sangallo è la doppia rampa di scale elicoidali indipendenti fra loro. In questo modo si scongiurava che i due sensi di marcia dei muli potessero ostacolarsi a vicenda, tra chi scendeva e chi risaliva con il carico d’acqua.

Ognuna di queste ha ben 248 gradini, illuminati dai 70 finestroni arcuati che forniscono una fonte di luce naturale dall’alba al tramonto, favorendo la discesa nella parte più buia del pozzo. Raggiunto il fondo, si attraversa un ponticello in ferro e legno che tiene i visitatori sospesi rispetto alla sorgente d’acqua sottostante e permette il passaggio tra le due rampe di scale, così da poter risalire in superficie. La sua fruizione è sempre possibile in quanto il livello dell’acqua non supera mai il limite del ponticello, grazie ad un emissario nel sottosuolo che fa defluire la quantità in eccesso e ne stabilisce l’equilibrio costante.

Finestroni Pozzo di San Patrizio, Orvieto. Foto by (c) Fabio Poggi on Wikimedia Commons
Finestroni Pozzo di San Patrizio, Orvieto. Foto by (c) Fabio Poggi on Wikimedia Commons
Ponticello Pozzo di San Patrizio, Orvieto. Foto by (c) Fabio Poggi on Wikimedia Commons
Ponticello Pozzo di San Patrizio, Orvieto. Foto by (c) Fabio Poggi on Wikimedia Commons

Al contrario del pozzo di Quinta da Regaleira in Portogallo, costruito appositamente come luogo iniziatico per gli uomini che vi si avventuravano, quello di Orvieto lo è divenuto col tempo. Difatti, come quello di Sintra, richiama i gironi dell’Inferno dantesco e la sua risalita simboleggia la rinascita spirituale a nuova vita. Anche per questo motivo, la visita del Pozzo di San Patrizio è divenuta la seconda attrazione della città di Orvieto, dopo il suo maestoso Duomo gotico.

Vi proponiamo il video della visita del celebre divulgatore scientifico Alberto Angela ed un altro realizzato grazie all’utilizzo di un drone: